I dieci errori che distruggono l’energia emozionale in azienda

Spesso ci illudiamo che la fretta ci aiuti a raggiungere i nostri traguardi. Nella maggior parte dei casi non è così. Dove sbagliamo e qual è l’atteggiamento giusto invece?

Alla fine di una giornata lavorativa capita di sentirsi stanchissimi, senza più energie per far nulla, neppure per fare un po’ di sport o magari preparare la cena.

La causa di tanta stanchezza è spesso da imputare a fattori psicologici e ad un’errata gestione delle emozioni e delle energie: sentirsi esausti è la manifestazione fisica di uno stato neurologico che coinvolge tutta la sfera emotiva, e in ultima istanza, energetica di ciascuno.

 

Non vi è intelligenza senza emozione. Ci può essere emozione senza molta intelligenza, ma è cosa che non ci riguarda. (Ezra Pound)

Questo accade perché di fronte alle pressioni esterne, percepite sempre come pericoli o minacce, si risponde con un atteggiamento, istintivo, primordiale di difesa e attacco. Gli studi neurologici dimostrano quanto le emozioni siano guidate da meccanismi fisici – più che dalla razionalità – grazie alla produzione di ormoni che innescano una serie di risposte emozionali riconoscibili anche sul piano fisico (es. battito cardiaco accelerato, contrazioni muscolari, fino alla perdita del focus sull’obiettivo da ottenere).

Le emozioni e le reazioni che esse innescano possono diventare un fattore “inquinante” capace di contaminare le migliori intenzioni e gli sforzi lavorativi fino a dissipare tutte le energie. Un episodio divertente, ma utile a far riflettere sui problemi causati da una gestione errata delle emozioni, lo propone Il Cinema Insegna, ricco archivio di pillole cinematografiche a scopo formativo, in una scena tratta dal film “Aspirante Vedovo”.

Il protagonista, titolare di un negozio, frustrato e stressato, dimostra come una cattiva gestione del proprio ruolo e dei flussi di lavoro può provocare vertiginosi cali di energia.

Gestire le emozioni in azienda: le dieci “tattiche” da evitare

In azienda, spesso le emozioni non trovano un loro posto e restano tagliate fuori, da qualsiasi criterio di gestione, lasciando spazio a istinto e casualità.

Molti capi, probabilmente anche in maniera inconsapevole, usano come stimolo all’azione le emozioni negative di paura, rabbia e difesa per ottenere i risultati desiderati dai dipendenti.

La pressione esterna agisce da fattore inquinante e induce reazioni esagerate, talvolta sconsiderate e persino controproducenti rispetto allo scopo ultimo, ma è necessario anche interrogarsi sugli effetti a breve e medio termine provocati dalle emozioni negative.

Una continua esposizione a forti emozioni negative determina un abbassamento del potere cognitivo del 30-40% per una durata di circa 40-60 minuti dall’esposizione alla “minaccia” nel breve termine. E nel lungo termine è dimostrata una maggiore incidenza di problemi di salute.

Quali comportamenti del leader possono far sentire sotto attacco un lavoratore e quindi abbassare il livello di energia emozionale?

#1. Rivolgere parole irrispettose mina il profondo bisogno di sicurezza
#2. Trattare ingiustamente le persone contrasta con la ricerca del benessere e della sicurezza
#3. Non ascoltare disattende il bisogno di importanza e crea distacco tra il leader e i lavoratori, ma anche tra le azioni e gli obiettivi prefissati
#4. Mancare di esprimere apprezzamento smorza i processi di miglioramento e crescita continua
#5. Derubare i lavoratori del lavoro svolto demolisce il rapporto fiduciario
#6. Lasciare privi di feedback i collaboratori provoca grave senso di disorientamento
#7. Mostrare disinteresse per il lavoro che si sovraintende determina un calo di attenzione sulle attività che vengono percepite di poco conto
#8. Accusare o criticare innesca una continua ricerca dei colpevoli, un attacco continuo alle persone piuttosto che ai problemi
#9. Fissare scadenze impossibili produce stress e si risolve in un profondo senso di inadeguatezza
#10. Svilire gli altri per accrescere il proprio valore è la summa degli atteggiamenti invalidanti, quello che in un colpo solo copre tutta la sfera delle paure e delle emozioni negative elencate nei punti precedenti.

 

Le decisioni che prendiamo ogni giorno dipendono dallo stato emotivo in cui ci troviamo.
Non possiamo non tenerne conto, per noi stessi e per chi ci circonda.
Sono le emozioni a farci fare delle scelte oppure delle altre.
Per il Lean Lifestyle® Leader innalzare l’energia emozionale diventa dunque un passaggio chiave per incrementare e rendere sostenibile nel tempo la produttività personale e aziendale.

L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi. (Kahlil Gibran)


Articolo a cura di:

Luciano Attolico

CEO Lenovys

È tra i massimi esperti in Europa di Lean Thinking, Performance Improvement, Lean Lifestyle® e Impact Innovation. La sua filosofia professionale mette al centro l’uomo, portandolo alla ricerca di ciò che assicura più risultati con meno sforzi e maggior benessere.

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